mercoledì 31 luglio 2019

[LibroGame] Gli Abissi di Kalte - Lupo Solitario 3

Sono giunto al terzo appuntamento con la saga di Lupo Solitario e precisamente con i terribili Abissi di Kalte. Terribili fino a un certo punto, come vedremo, perchè dopo l'epica Traversata Infernale e aver reclamato la Spada del Sole, non abbiamo più paura di nulla, figuriamoci di un freddo dungeon o di un mago brutto e gobbo.
Nella foto qui sotto, le tre edizioni in mio possesso, le solite E. Elle (1987), E. Elle Expanded (2007) che contiene anche un'anonima avventura bonus e Vincent/Raven (2014).

Kaltenland, Kaltenland, Kalte

La prima cosa che salta all'occhio è, naturalmente, il cambio di titolo della nuova edizione, più fedele all'originale inglese The Caverns of Kalte. Devo confessare che ho una certa fissa per i nomi fantasy: o me ne innamoro, come è successo ultimamente con "Lebannen" (il Re delle Enlad della saga di Terramare di Ursula LeGuin) o "Rand al'Thor" (il protagonista della saga della Ruota del Tempo di R. Jordan) oppure mi rimangono totalmente indifferenti , anzi mi dà quasi fastidio leggerli, come appunto il caso di "Kaltenland", una traslazione davvero orribile. Anche a voi si accartoccia la lingua tra la N finale di Kalten e la L di Land? Ci sarebbe da fare un muro di testo sulla questione nomi, ma non sarà questo il post, magari me lo segno per uno dei prossimi.

Ah, le care e vecchie Lire!
Il libro si dipana nei soliti 350 paragrafi, facendo passare un anno dai fatti precedenti (Lupo avrà avuto tempo per studiare la Spada del Sole?), il nostro impavido eroe è chiamato a catturare quel gobbo di Vonatar (che è diventato Vonotar, ma in questo caso preferisco il vecchio nome, quello con la A) nei cunicoli e nel dungeon sotto la fortezza di Ikaya, nel freddo nord.
Questo terzo libro è etichettato un po' da tutti come il primo mezzo passo falso di Joe Dever, perchè breve e facilmente superabile. Sono completamente d'accordo a metà col mister (coglierete sicuramente la citazione), cioè penso anche io che sia chiaramente più semplice rispetto alla Traversata precedente, ma non per questo è una lettura veloce o poco piacevole.
Credo che il difetto più grande, mai come questa volta, sia che la via percorribile per arrivare da Vona(o)tar è fin troppo evidente e bisogna impegnarsi seriamente per uscire dal tracciato e finire tre metri sotto terra. Io ci sono riuscito per ben due volte, ma devo riconoscere di essere stato a) incauto la prima volta b) superficiale la seconda.
Ovviamente avere un buon equipaggimento, ma soprattutto la Spada del Sole, aiuta parecchio in termini di combattimento e per uscire da qualche situazione complicata.

Quanto puzza il Baknar!
Quindi non lo etichetterei come facile, perchè se si esce dal seminato le cose si complicano, ma forse un po' troppo guidato: magari il povero Joe lo aveva pensato così di proposito per bilanciare in qualche modo l'estrema difficoltà dell'episodio precedente, chissà. Ho trovato molto carina l'idea di poter fallire la missione: senza spoilerare, se ci si infila in un percorso sbagliato, si continua a leggere e giocare per parecchio, ma ci si ritrova costretti a fuggire e tornare dal Re con la coda tra le gambe (però ancora vivi). Si trovano anche un mucchio di Oggetti Speciali, alcuni utili altri meno, uno in particolare davvero buono anche per le avventure successive.
Conclusioni? Non è memorabile, non ci sono episodi epici da raccontare ai posteri, ma scorre piacevolmente bene, senza acuti ma nemmeno nefandezze. Certo, si potrebbe saltare a piè pari e andare avanti senza perdersi niente di clamoroso, ma chi di voi lo farebbe?
Diciamo che a scuola sarebbe stato una sufficienza scarsa, tipo quelle che prendevo io.
Quando andavo bene.




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