domenica 17 maggio 2020

[VideoGame] La Spaccatrice di Troni

Il contatore di Steam alla fine segna la bellezza di quarantacinque ore. Mi accingo quindi a scrivere le solite due righe sulla mia ultima esperienza videoludica, il più che buono Thronebreaker - The Witcher Tales. Partendo dal titolo, visto che è stato utilizzato un chiaro richiamo alla più famosa saga dello strigo, possiamo affermare che questo gran bel pezzo di software non c'entra nulla con il suo fratellone più grande (parlo di Witcher 3), al contrario ha tantissimo in comunque con un altro giochino dei CDProject, il famoso Gwent.
Si tratta fondamentalmente dello stesso gioco, al quale è stata costruita attorno una storia davvero ben narrata, con tanto di scene di intermezzo e interamente doppiato in italiano. Il Gwent, fulcro del gioco quindi, è ben diverso da quello presente in The Witcher, ed è ripensato e rimodellato per essere più snello e anche ovviamente più competitivo, visto che il gioco è rilasciato anche in versione free to play su varie piattaforme, ed è un discreto concorrente di quei titoli tipo Heartstone o Elder Scrolls Legends (quest'ultimo pare abbandonato da Bethesda), giochi online di carte collezionabili.

Il Gwent, fulcro del gioco.
In breve: il gioco ci mette nei panni della regina Meve di Lyria e Rivia, che dovremmo accompagnare nel tentativo di respingere gli invasori Nilfgardiaani e riconquistare il proprio trono. Ci sono due modalità di gioco principali: quella esplorativa, in cui vediamo l'avatar di Meve spostarsi tra le varie mappe in tempo reale, come se fosse un RTS o un Diablo qualsiasi, nel quale ci è dato raccogliere risorse o incappare negli eventi (segnalati con i soliti ? o !) e la parte più prettamente giocosa, che è appunto il Gwent nella sua ultima incarnazione.
Fin dal momento dell'uscita, lo avevo inserito in wishlist, in attesa del solito sconto. Il gioco non è un AAA e quindi aveva un prezzo piuttosto accattivante fin da subito, ma ho atteso che scendesse a un 50% per sentirmi in pace con la coscienza e trovare il tempo per giocarlo. Ecco, a proposito di ore di gioco: nella maggior parte delle recensioni che si trovano in giro, si parla di circa una trentina di ore per giungere alla conclusione. Bè, non fidatevi e, detto tra noi, nella mia modesta opinione, trenta ore per un gioco del genere significa skippare tutti i dialoghi e le scene di intermezzo, e correre da una parte all'altra della mappa tralasciando inevitabilmente degli eventi o dei rompicapo. Come detto, io ho impiegato quarantacinque ore buone e solo nell'ultima parte ho iniziato a leggere i dialoghi al posto che ascoltarli dall'ottimo doppiatore che narra la trama. Quindi, mettete in conto una cinquantina di ore, che per un gioco del genere non è affatto poco.

L'esplorazione della mappa ci rivela sempre delle sorprese.

A patto che vi piaccia il Gwent (perchè se lo odiate non è proprio il vostro gioco), questo Thronebreaker è davvero un ottimo prodotto, molto ben confezionato e curato sotto ogni aspetto, dalla grafica al sonoro, per finire con il doppiaggio italiano pressochè perfetto. Merita sicuramente i vostri soldi e il vostro tempo, anche se non fosse scontato, ma in tal caso si rivela un mustbuy assoluto. D'altronde i CDProject raramente sbagliano un colpo e, come ho scritto nello scorso post, tutto il mondo videoludico aspetta quel capolavoro annunciato di Cyberpunk 2077. Pensando di trovarmi di fronte a un filler tra un tripla A e l'altro, avevo preso questo gioco un po' sottogamba (massì tanto il Gwent lo conosco - massì, tanto dura poco) e invece mi sono ritrovato di fronte un prodotto che non ha nulla a cui invidiare a titoli ben più blasonati (e costosi).

Alcuni scorci sono molto suggestivi, tipo i villaggi in fiamme o le montagne innevate.

Tiriamo le somme quindi, cercando qualche difetto nella produzione. Dopo qualche istante di riflessione, direi che qui il difetto potrebbe essere solo uno: che vi venga a noia prima della fine. Nonostante gli sviluppatori polacchi abbiano cercato di diversificare le partite di Gwent, intervallando rompicapi cervellotici e battaglie con dei boss... bè, alla fine sempre di Gwent si tratta e dopo un po' ci si potrebbe stancare di giocare a carte contro la CPU, che bene o male usa sempre gli stessi schemi. Se devo cercare il pelo nell'uovo, vi metto in guardia anche sulla difficoltà: io ho giocato a livello normale, e non ho incontrato nessun problema (anzi, forse è stato sin troppo facile) TRANNE che in uno scontro verso la fine, davvero proibitivo e a tratti frustrante, in cui la curva di difficoltà si è impennata improvvisamente, per poi tornare a scendere.

Ah, casa dolce casa... la Lyria è sempre bella!

Per concludere, ottimo gioco, ottima spesa, ottimo il tempo impiegato, anche se una decina di ore in meno non mi sarebbero dispiaciute. Se amate il mondo dello strigo, non ne rimarrete affatto delusi.


Nessun commento:

Posta un commento